Opera 1^ classificata
Anna Maria Cardillo
Di nuovo, partire…
Un atlante lasciato aperto
dice che è giunta l’ora
di sbriciolare i giorni
che mancano all’andare.
Pagine camminate in punta di matita
per terre dell’altrove
ripropongono ancora
lo stupore del partire
senza mettere in valigia
ciò che siamo
per ricomprarci nuovi,
barattando al mercato del villaggio
anime lise per suoni di campani.
Di nuovo andare
dove il sole fa il cambio con la luna
e ghirigori di stelle
scrivono in cielo
parole diverse da qui.
Dove le donne vanno scalze al fiume
e fanno figli in piedi,
dove i fiori profumano davvero
e l’acqua racconta l’acqua
a chi, con in tasca poche cose,
solo si siede e resta ad ascoltare.
Opera 2^ classificata
Sergio Baldeschi
Sulla soglia dell’infanzia
Scivoli di luce
e fiondate di rondini
bussano sul vecchio portone,
un’onda di spine n’avvolge i contorni
e lo scricchiolio
del legno fumante,
aroma l’aria di castagno…
lento prosciugarsi
della pioggia notturna.
Una lumaca bivacca
vicino alla maniglia rugginosa,
sembra sigillarne il tempo
con il suo bavoso inchiostro,
che luccica e disegna
briosi sentieri.
Impallinato da una sinfonia d’insetti,
strappo dalla carne
brividi di passato
e forasacchi di nostalgia…
verdi gocce,
appese sul maglione
ad imbrigliare sogni.
Sono di fronte a quel portone,
ma non vi entro,
il richiamo della farfalla fa paura,
l’infanzia respira e pulsa
oltre quella soglia,
folate d’immagini si propagano
dentro la mia mente,
l’anima cozza
e si sparpaglia sopra piume d’infinito.
Adesso… le mie ali d’Icaro sono tarpate,
il sangue dei prodigi si è aggrumato,
l’ingenuità del passero
è restata sulla fronda dei ricordi,
ed io… non volo più.
Opera 3^ classificata
Giovanni Formaggio
Metamorfosi
Qui, tra le braccia del tramonto
vivo le mie metamorfosi.
Slaccio le scarpe del giorno
l’anima trasuda di sole
odora di nuovo mosto
presagio di generose primavere.
Il cuore respira incensi
di resurrezione
s’abbandona ai silenzi della sera
ruba luce a quel prato
di stelle.
Qui, filo d’erba tra le braccia
della notte
mi sento pergamena
con preghiere antiche
vela d’oro
cullata dalla mano di Dio.
Opera 4^ classificata
Silvia Accorrà
Estate
Ma voglio dirti quanto sono stata felice
Lungo la via Boccea fra gli sterpi
A lato di una carreggiata larghissima
In discesa e salita, in ricerca
II deserto urbano È così che si dice
Sabato pomeriggio Si dice anche questo
Voglio dirti che è irraggiunta
Quella felicità che completa la mia nostalgia
Di adesso
Che sono lontana e le insegne dei gommisti
Sono un miraggio struggente
Voglio che tu senta la gioia assurda
Dei corrimano lucidati toccati appena
Delle terrazze in lontananza
E la nostra,
e il mio farmi preda se vorrai
e il sonno improvviso
e tutto quello che avresti potuto chiedermi
e non hai chiesto.
Opera 5^ classificata
Oscar Quagli
E hai capito
quando in campagna
straccia la burrasca si placa
e un sano cappio
appende l’oro al collo.
Prima della notte la natura
grida coi fili d’erba all’arsura
austera che tra i templi di tufo
appende l’oro al collo.
Una croce
non divide la luce,
la spande sulle panchine
sui muri e sulle ombre
che voltano una stagione e
appende l’oro al collo;
e devi gridare
finché l’assenza in cui
ti credono ti rende
invisibile
benché tu sia l’unica con
l’oro al collo.
Opera 6^ classificata
Giacomo Giannone
Ancora sogni
E noi si rimaneva ancora
a fantasticare di
città scoprire gente conoscere
mentre lo zaino di tela grezza
s’involava colmo
di sogni sul treno per Lione
e ci lasciava attoniti,
lì sulla banchina
della stazione.
Porta Nuova ampia solenne
ci aveva smarrito,
l’illusione rapito
Io ritornavo alla Cernaia,
tu partivi sicuro di ritrovare
il tuo sacco alla dogana.
Ora nel nuovo millennio
si sta sulla via Nizza,
si discute piacevolmente
Scorre il tempo,vaneggia la mente,
ancora Torino
sul nostro cammino,
sogni su treni volanti,
ancora sogni
su vetture fantasma.
Opera 7^ classificata
Emilia Fragomeni
Pulviscoli di sogni
Un rapido saluto e poi nei campi,
gli occhi sereni in un sussurro d’ombre,
il volto come quello di un fanciullo
in fiorire di sogni e di speranze,
le mani chiuse in carezze di preghiere.
Per lui parlava il vento, le nuvole
di spine, le mani di speranza ai
sofferenti, l’amore palpitante
alle pupille, il suo sorriso
che anticipava l’alba, la luce
penetrante dei suoi occhi.
Gli uomini tornavano dai campi,
la zappa stretta in mano con vigore,
compagni silenziosi il grano, l’orzo,
i semi che cadevano nei solchi ,
le rughe dell’argilla, senza canti,
il verde mormorare delle foglie.
Lui ascoltava dolce i loro cuori
e non svegliava dal sonno di speranza
animi semplici, pronti ad ascoltare
canti dal cielo azzurro degli uccelli,
tuffi di luce nelle fosse d’acqua…
Ma, appena solo, s’inginocchiava
sulle macerie aride del tempo,
l’anima frantumata dal silenzio,
un presagio di spine dentro il cuore,
con trapiantati fiori di gelo e semi
di dolore ed intrecciava al cielo
mani contratte in urlo muto, per figli,
che inesorabili inseguivano
“mortali” pulviscoli di sogni…
Opera 8^ classificata ex aequo
Franco Cesarotto
Il tuo mare fatto ghiaccio non cammina più
… sopra un treno di sola andata
sei partito senza avviso e biglietto
e mi manchi come la primavera in ritardo.
Ma so dove trovarti,
più Bruno.
Affacciato
alla finestra di una spiaggia dei Caraibi blu,
sulla veranda dei gerani che fioriranno edera per te,
nella casa vuota
pensieroso in ultimo
e sorridente per sempre
la tua vita di venti anni sempre
Resti,
non resti,
vivi sì,
in una foto che trattiene il respiro
ma a colori
non ti cancella dietro il marmo bianco
che ha fermato il treno di sola andata
e il tuo mare
fatto ghiaccio che non cammina più.
Opera 8^ classificata ex aequo
Franca Prosperi
Ombre cinesi
Echeggiano come vuoti
i miei passi nella notte,
tamburo dei miei pensieri
ora persi tra le umide case
di questo vicolo buio:
riparo ormai fumoso
nella nebbia fino al porto.
Dietro le alte finestre,
sagome indifferenti scorrono
ora confuse, ora nitide,
come ignare ombre cinesi
che accompagnano ancora
il mio cammino, mentre
rileggo il teatro della vita.
Una pellicola lungo questa via
scorre nei miei occhi appannati,
come lucida di pioggia o di pianto.
In fondo al porto una sirena,
richiamo per chi deve partire.
Opera 10^ classificata
Piera Maria Chessa
Monterosso
Salivo, insieme a te,
la lunga scala
che conduceva in alto,
a Monterosso.
Il muro, sul quale mi appoggiavo
tenendo la tua mano,
si affacciava sul mare trasparente,
e i versi del poeta
tornavano alla mente
malinconici o disperati,
carichi di umanità.
Eugenio lì, a narrare,
a ricordare
la tragedia vissuta,
i segni profondi
lasciati negli animi,
le ferite mai chiuse.
Con noi a parlar di poesia,
di muri a secco e cocci di bottiglia,
di Clizia e di Drusilla.
A raccontare
di bufere ed altro.
Opera 11^ classificata ex aequo
Daniel Riccio
I Trionfi delle Stagioni
Il verde colore della vita d’estate lentamente ingiallisce
languida e sconfìtta dalle seduzioni di un impudente scirocco.
che lucido sognatore ogni fremito baciando sopisce
nell’eco lontana e sfuggente dell’ultimo rintocco…
Bisbigliano insistenti le folte chiome su tristi pensieri
che vagabondo errante meditando trascino
frusciano su di me gialli parole di un perduto ieri
come ruggine piovono dolci sotto la mano di un inverno assassino…
Sovrano e signore di un silenzio cupo e pungente
messaggero gracile dagli occhi timidi ed il ventre rosso
non tralascia il tuo piede alcuna fonte o sorgente
perché sorga una dea a scrollarti il gelo di dosso…
Il canto solista del tempo andato si fa di nuovo concerto
candida veste morbida scopre esili caviglie nude
passo leggiadro che il paradiso porta dov’era il deserto
ogni corolla un tuo bacio riapre, nuova vita il tuo tocco dischiude…
Anche la luce si ferma estasiata vincendo la sera
per renderti omaggio in vigore e saggezza
dea venusta non sei più tu Primavera
e di nuova estate infondi nell’aria l’ebbrezza…
Opera 11^ classificata ex aequo
Gloria Venturini
Ti seguirò nel vento
Ti seguirò nel vento
e lì ti troverò, accanto al mio sogno.
Insieme andremo
tra i sentieri del mondo,
accoccolati da un’emozione d’amore.
Nulla ci sorprenderà
ed i tuoi occhi rimarranno
incisi nel mio cuore.
Ci vestiremo con i fili d’oro degli orizzonti,
così non avremo confini,
saremo uniti nella vita e nell’eternità.
Non ci farà paura
la sabbia del tempo che scorre veloce
nella clessidra del destino.
Respireremo profondamente
la realtà del nostro sogno,
giungeremo alla senilità, mano nella mano.
La pioggia danzerà per noi
ed il canto delle stelle
accenderà nel cielo una splendida notte.
Ringrazierò tutto il creato
per aver donato alla roccia del mio cuore inaridito,
il ristoro della tua acqua
e berrò con gioia perché tu possa
restare per sempre nella mia anima,
come una storia senza fine.
Ti seguirò nel vento
e lì ti troverò, accanto al mio sogno.